Cultura francescana e promozione dell'animale

È noto quanto le le­gendae di san Francesco d'Assisi e di sant'Antonio di Padova siano affollate di fauna. Non sono solo animali servitori obbedienti di uomini di Dio (agiograficamente descritti sul modello di Adamo prima del peccato) come appaiono già nelle vite dei Padri del deserto e dei monaci nell'alto Medioevo. Con Francesco d'Assisi volatili e bestie - come del resto il sole, la luna, le stelle, i fiori e gli alberi - acquistano lo statuto di "fratelli" e "sorelle", in quanto con l'uo­mo hanno la stessa comune origine paterna/mater­na in Dio Creatore e perché il Verbo incarnato ne costituito "fratello primogenito" (Rm 8,29).

Per riflesso, nell'arte fedele allo spirito francesca­no, refrattario a dicotomismi di stampo manicheo e càtaro, volatili e bestie diventano anch'essi - re­lativamente, senza dubbio, al loro status ontologico - "soggetti" e "protagonisti" a titolo pieno sui pal­coscenici spazi delle gesta mirabili dei santi. Fran­cesco appare non solo a colloquio con Dio e con gli uomini del suo tempo, ma anche con ogni specie di animale. Il Sassetta, su proposta dei frati di San Sepolcro, dipinge Francesco che stringe il patto di pace tra la cittadinanza di Gubbio e il lupo, alla pre­senza di un notaio! Il Cantico delle creature (1225­-26) è il nuovo "manifesto" teologico della creazione riscattata dall'odio càtaro e giubilante alla presenza in essa dello stesso Verbo incarnato. Antonio di Padova, rifiutato dagli eretici di Rimini, si rivolge ai pesci. In mezzo alla folla umana che adora l'Eu­carestia mostrata da Antonio appare anche la mula in ginocchio, "rivestita anche essa di sentimenti di fede"". Chiara di Assisi malata era assistita da una amorevole gatta cui però non risparmiava qualché bella sgridata. Colette di Corbie sarà conosciuta in compagnia di vari animali, soprattutto con l'agnel­lo che aveva personalmente allevato e che anche in cappella provava ad imitare la gestualità delle monache in preghiera corale. Tali raffigurazioni francescane sono documenti della massima dignità alla quale questi santi hanno promosso le creature cosidette "irrazionali". Mai il rapporto comuniona­le dell'animale con l'uomo e il suo Dio raggiunse apice reale e figurativo più alto. Nello spazio della "fede francescana" l'uomo si scopre più che vivente, un con-vivente con Dio, con l'uomo, con ogni essere che vola nell'aria, cammina o striscia per terra, che percorre le vie del mare.

Cultura francescana e promozione dell'animale