Corvo
Questo volatile, il primo ad essere nominato nella bibbia (Gen 8,7), è raffigurato in senso reale, ricordando il corvo che Noè fece uscire dall'arca per vedere se le acque si fossero ritirate. Esso risulta quindi associato alla colomba nello stesso racconto. Dalla nostra raffigurazione escludiamo significati negativi attribuiti al volatile che si nutre anche di carogne, donde l'atteggiamento di rigetto nei suoi confronti in nome della purità morale-cultuale di Levitico 11,13.15: "Fra i volatili terrete in abominio questi, che non dovrete mangiare perché ripugnanti (... ) ogni specie del corvo".
Quasi universalmente il volatile alquanto sgraziato è associato alla malasorte. È ritenuto anche un essere sciocco che rimanda tutto all'indomani; una fama che gli si è addebitata interpretando stranamente il suo tipico, rozzo ma innocente grido: cra, cra.... partendo dal latino cras: domani! Il corvo è riscattato alla buona fama, addirittura alla bellezza quando il Cantico dei cantici richiama il corvo nella descrizione dei riccioli neri dello sposo (5,11) e quando viene presentato servo di uomini santi come il profeta Elia (1 Re 17,6), gli eremiti Antonio e Paolo, il monaco Benedetto da Norcia, ed altri.