Gatto

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Il gatto che ha già mangiato e che s'accuccia assonnato accanto al fuoco nella cucina del­l'Ultima cena ha con molta probabilità solo significato reale. La sua presenza può essere spiegata dal forte neo-realismo che ispira l'ar­tegotica del tempo. Sembra che debba esse­re qui esclusa l'interpretazione negativa-dia­bolica del felino domestico come quella che Lorenzo Lotto farà del gatto nero che guizza via all'ingresso dell'angelo Gabriele nella casa di Maria di Nazaret (Pala di Ancona).

Quello del Lorenzetti è il ciclo dove il "soggetto ani­male" risulta di una ricchezza unica: cavalli, scimmia, cane, gatto, asina con puledro, orso, uccelli vari. È anche il ciclo dove sono raf­figurati due cieli notturni con luna, stelle e perfino una cometa. Sui palcoscenici religiosi molto affollati del brillante Lorenzetti, non solo l'elemento umano (adulti e fanciulli) ma anche quello animale e inorganico "accoglie" il Cristo sofferente "primogenito" della creazione umana e cosmica (Col 1,15). Ma nei libri canonici della Bibbia il gatto non è mai nominato.