LE CAMPAGNE FOTOGRAFICHE
Nella metà dell’Ottocento Assisi diventa una delle principali mete del turismo religioso e non solo; rientra infatti tra gli itinerari turistici del Grand Tour, in un periodo in cui l’arte medievale risveglia l’interesse di un pubblico colto, appassionato allo studio della storia dell’arte. In un tale contesto i pionieri della documentazione fotografica sono senza dubbio i Fratelli Alinari – il celeberrimo stabilimento fotografico fiorentino - che già nel 1856 pubblicano alcune immagini della città.
La mostra prende le mosse dal fotografo assisano Gabriele Carloforti, che pubblica nel 1884 il suo catalogo fotografico dedicato alla città di Assisi, con una particolare attenzione agli affreschi della Basilica di San Francesco. Della sua opera l’archivio conserva i negativi su lastra al collodio e alla gelatina ai sali d’argento e parte delle stampe alla gelatina ai sali d’argento. Quasi parallelamente i Fratelli Alinari iniziano a pubblicare varie campagne fotografiche; nell’archivio si conservano le foto di quelle del 1893 e del 1949-1950.
Nella metà del sec. XX lo storico dell’arte Pietro Toesca promuove una nuova campagna - realizzata dai fotografi fiorentini Bencini e Sansoni - in cui l’attenzione per il particolare è rivolta chiaramente agli studiosi di storia dell’arte.
Intorno agli anni ’80 del Novecento una nuova campagna a tappeto della Basilica viene fatta dal vicentino, ma assisano d’adozione, Andrea De Giovanni, che all’epoca era di fatto il fotografo “ufficiale” dei frati della comunità del Sacro Convento. Sempre agli inizi degli anni ’80 - in occasione dei restauri in Basilica condotti da Michele Cordale, direttore dei lavori per l’ICR - risalgono le bellissime foto dei particolari dei volti ritratti nel Presepe di Greccio, in cui si evidenziano tecnica di esecuzione e successione delle “giornate” degli affreschi, opera dal restauratore e storico dell’arte Bruno Zanardi.
Già a partire dagli anni ’70 P. Gherard Ruf, frate minore conventuale tedesco appartenente alla comunità del Sacro Convento, inizia un’intensa attività fotografica nel complesso santuariale. Agli inizi degli anni ’80 a lui si affiancherà un altro fotografo tedesco, Stefan Diller, che svolgerà ben tre campagne fotografiche in Basilica, una in Ektacrom e le seguenti in formato digitale.
La campagna fotografica promossa dall’editore Franco Cosimo Panini nel 1996, in vista della pubblicazione del volume sulla Basilica e il Sacro Convento della collana “Mirabilia Italiae”, rimane a tutt’oggi la più completa e sistematica, l’unica che abbia prestato attenzione a tutti i fregi decorativi e ai dettagli “minori”.
La campagna invece più approfondita dal punto dei vista della risoluzione delle immagini – ma riguardante la sola Leggenda francescana - è quella realizzata nel 2009 da Haltadefinizione, un marchio recentemente acquisito dall’editore Franco Cosimo Panini.
L’Archivio fotografico del Sacro Convento ha infine promosso negli anni 2010-2014 una propria campagna fotografica nella Basilica e nel Museo del Tesoro, affidata al fotografo d’arte spoletino Marcello Fedeli.
Un percorso partito dalle prime tecniche di riproduzione fotografica, quando la conoscenza “artigianale” dei materiali e delle loro potenzialità era fondamentale quanto l’intuizione della giusta inquadratura, ed approdato alle attuali frontiere del digitale, dove il continuo aggiornamento dei dispositivi, sempre più performanti, richiede al fotografo lo sviluppo di specifiche competenze tecniche e una sempre più raffinata conoscenza del processo di post-produzione.