3. I diversi periodi artistici degli angeli dipinti nella basilica

Nella Basilica di San Francesco si contano centinaia di angeli. Osservandoli, possiamo fare un viaggio temporale attraverso la storia dell'arte partendo dal gotico e giungendo fino al barocco.

3.1. Gotico

La Basilica di San Francesco conserva un’unicità particolare dovuta alla coesistenza fra le decorazioni appartenenti all’antica pittura medievale di origine romanica e bizantina e quelle invece che, a seguito del determinante intervento di Giotto, segnano un'apertura nella cultura artistica della fine del Duecento a un futuro di straordinaria ricchezza per l’arte che verrà. E proprio qui ad Assisi che si consuma l’esaurirsi dell’esperienza bizantina in Italia e che la nuova pittura progressivamente prenderà un nuovo corso.

Nella Chiesa superiore si incontreranno così i dipinti murali di Cimabue (3.1.) con quelli di Jacopo Torriti (3.2.) ma ben presto, accanto a loro, si proporranno gli inizi dell’arte di Giotto. Scendendo poi nella Chiesa inferiore si troveranno i resti malridotti (gli unici conservati) della fase più antica della decorazione di poco successiva alla metà del Duecento (3.3., 3.4., 3.5.) e a quasi quattro decenni di distanza si presenteranno i geniali sviluppi dei moderni pensieri di Giotto (3.6.) e di quattro fra i massimi pittori della storia dell’arte italiana: Puccio Capanna (3.7.), Pietro Lorenzetti (3.8.), Simone Martini (3.9.), e Andrea de’ Bartoli (3.10.).

3.2. Rinascimento

Il formidabile impulso dato dall’Ordine e della curia papale aveva convocato nel Duecento e nel Trecento pittori di ogni parte d’Italia e anche oltramontani a lavorare nella basilica facendo di Assisi uno dei grandi centri della produzione artistica. Quella grandiosa fase della decorazione si era conclusa e l’arco degli sporadici interventi successivi si restringe all’ambito locale. Così Dono Doni, pittore assisano molto vicino al Vasari, dipinge a fresco nel 1573 la Cappella di Santo Stefano. Il Rinascimento entra in quel momento in basilica (3.11., 3.12.)

3.3. Manierismo

All’inizio del Seicento e fino alla metà del secolo prende avvio l’iniziativa di un ampio intervento nella Chiesa inferiore, nell’abside, nel transetto e poi nella sagrestia. Di nuovo un pittore locale ne ottiene il monopolio: Cesare Sermei. Cesare si formò con suo padre Ferdinando e al suo seguito dovette cominciare a frequentare Roma. Nei dipinti del primo decennio del secolo appare evidente che il suo ambito di riferimento è ancora quello paterno, cioè quello sistino. A questa epoca manierista appartengono gli affreschi della Cappella di Sant’Antonio di Padova e il giudizio universale dell’abside (3.13.).

3.4. Barocco

Nel 1646 si decora il transetto d’ingresso della Chiesa inferiore ad opera di Cesare Sermei (3.14.) e di Girolamo Martelli (3.15.). Quest’ultimo e Giacomo Giorgetti (3.16.) saranno i rappresentanti ad Assisi degli sviluppi seicenteschi in direzione classicista e barocca della pittura in Umbria.

 

 

3. I diversi periodi artistici degli angeli dipinti nella basilica