Camice di manifattura Italiana, con bordatura del secondo quarto del XVII sec., dopo il 1624, mentre il camice e le trine del XIX sec.

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Titolo

Camice di manifattura Italiana, con bordatura del secondo quarto del XVII sec., dopo il 1624, mentre il camice e le trine del XIX sec.

Descrizione

Il camice in lino avorio presenta il tessuto goffrato, lavorato a più tipologie di pieghettature alternate secondo tre fasce orizzontali creando un disegno tono su tono che allude alla marezzatura. Lo scollo a barca presenta una lunga apertura nella parte anteriore, chiusa con un nastro serico di colore arancione, profilata con fine merletto eseguito a fuselli; le spalline sono ricoperte con un merletto meccanico decorato con motivi floreali. Il camice è costituito da n. 5 teli di cm 80 ciascuno, uniti insieme per cimosa con punto sopraggitto invisibile. La forma a campana è generata dalla fitta arricciatura ripresa nello scollo. Le maniche, lievemente ad imbuto, risultano rivolte verso l’alto per consentire la continuità della pieghettatura di entrambe i versi del camice anteriore e posteriore. Ogni manica presenta una cucitura “doppia" o "inglese" eseguita nella parte inferiore ed ulteriori cuciture eseguite a lunghi punti con filo di lino avorio allo scopo di contenere la pieghettatura. La bordura inferiore e i polsi sono interamente ricamati in seta e oro su una leggera tela di lino avorio e applicati con minutissimi punti filza sul camice. Il ricco e fantasioso decoro del bordo ricamato è suddiviso su tre fasce orizzontali: la prima mostra una serie di anfore ricolme di fiori con una coppia di grandi fragole pendenti; la seconda, di interesse religioso, presenta nella parte anteriore del camice figure di Santi e Beati francescani, in quella posteriore effigi di Sante e Beate clarisse. Le figure dei Santi e dei Beati sono alternate a garofani contrapposti e nascenti da un racemo ad S orizzontale. Nella simbologia religiosa italiana i frutti di fragola alludono al Paradiso, all’incarnazione di Cristo, alla Passione di Gesù, all’innocenza ed umiltà. I garofani, alternati alle figure dei Santi e dei Beati, sono simbolo dell’amore materno ed in greco indicano “Il fiore di Dio". La terza fascia eseguita con merlature stondate rappresenta in alternanza serie di tulipani rovesciati, diversamente colorati, alternati ad uccelli di vario tipo, poggianti su due ramoscelli di ulivo. Nella simbologia religiosa il tulipano allude alla grazia santificante dello Spirito Santo e l'Amore Divino. È possibile identificare alcune figure ricamate, grazie alla presenza delle iscrizioni leggibili ed alla loro natura iconografica. Nell'ordine partendo dal lato anteriore e da sinistra verso destra sono illustrati n. 10 Francescani, e n. 10 Clarisse.

Cenni storici
La vicinanza della gemella chiesa-sepolcrale della Santa ad est della città serafica, ha comprensibilmente frenato manifestazioni forti di culto a Chiara, presso la Basilica di San Francesco. Nel complesso della basilica francescana e dell'annesso convento, le immagini di Chiara sono assai numerose, realizzate da artisti di supremo prestigio quali Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Guccio Mannaia, l'anonimo fiammingo dell'arazzo di Sisto IV, Giovanni Spagna, Tiberio di Assisi, Dono Doni, Cesare Sermei, Francesco Providoni, Enrico Manfrini, Gherardo Dottori. Ma l'opera d'arte più interessante che fa memoria liturgica di Chiara nella basilica francescana risulta essere senza dubbio il ricamo al terminale inferiore del camice. Ognuna delle figure è munita di titulus o scritta didascalica, grazie alla quale possiamo individuare i singoli personaggi, altrimenti anonimi, per la mancanza di caratterizzazione fisionomica che, naturalmente, né si può né si deve esigere dagli esecutori dal paramento sacro. Sorprendentemente la scritta identificante la protagonista è in vernacolare. Precede per importanza gerarchica la figura di Chiara (Figura 5) con la scritta dipinta in nero del tutto distrutta, ma sempre riconoscibile dall'ostensorio eucaristico portato in mano, fin dal Trecento segno tipico della Santa assisiate. Segue "S. Agnese" (Figura 6) la più famosa delle due sorelle di Chiara, entrambe clarisse. Viene poi "B. Ortolana madre di Santa Chiara" (Figura 7), come testualmente si legge nel titolo. Segue "B. Beatrice sorella di S. Chiara" (Figura 8). Infine troviamo Amata e Balbina (=Balvina). La prima è così testualmente indicata: "B. Amata consobrina di S. Chiara" (Figura 9); la seconda: "B. Balbina sorella di Amata" (Figura 10). La serie di personaggi femminili include altre quattro clarisse che la scomparsa del titolo non permette di identificare con sicurezza. Nel tentativo di dare loro un nome, non si devono dimenticare - nel quadro interpretativo parentale - Cristiana di Bernardo, da ritenere dell'ambito familiare di Chiara, nonché Pacifica di Guelfuccio, "alquanto parente'". Quella con Gesù Bambino in braccio potrebbe essere santa Caterina da Bologna.

Manifattura: Italiana (Assisi – attività conventuale); la bordatura del secondo quarto del XVII sec., dopo il 1624, mentre il camice e le trine del XIX sec.
Dimensioni: 140 x 210 cm
Tessuto: Camice (Tela di lino pieghettata). Bordatura inferiore e polsi (tela di lino con ricamo in seta). Merletto (filato di lino, lavorazione ad ago)


Studi e altri testi di riferimento

Giovacchini, E., Relazione tecnica del restauro del Camice detto di S. Chiara, 05.03.12.

Magro, P., Iconografia clariana in un camice del Museo-Tesoro di San Francesco in Assisi, Assisi, Ed. Francescana, 1994

Gestione dei diritti

Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco – Assisi

Identificatore

BST: Tessuti (2014), 61

File

Figura 1 - fronte .jpg
Figura 2 - retro.jpg
Figura 3 - Bordatura inferiore, particolare clarisse.jpg
Figura 4 - Bordatura inferiore, particolare francescani.jpg
Figura 5 - Santa Chiara .jpg
Figura 6 - Sant'Agnese.jpg
Figura 7 – B. Ortolana.jpg
Figura 8 - B. Beatrice.jpg
Figura 9 - B. Amata.jpg
Figura 10 - B. Balbina.jpg
Figura 11 - santo francescano .jpg
Figura 12 - S. Diego.jpg
Figura 13 - B. Giacomo della Marca.jpg
Figura 14 - B. Pasquale.jpg
Figura 15 - B. Salvatore.jpg

Citazione

“Camice di manifattura Italiana, con bordatura del secondo quarto del XVII sec., dopo il 1624, mentre il camice e le trine del XIX sec.,” Basilica e Sacro Convento di S. Francesco in Assisi Una finestra sul patrimonio storico-artistico, ultimo accesso il 10 novembre 2024, https://fotosacroconvento.omeka.net/items/show/15.

Formati di uscita