Sommaria classificazione delle illustrazioni alchemiche

6.1. La trasfigurazione della Quintessenza (Ercole), tav. 15 di Isaac Baulot, Mutus Liber, La Rochelle, Pierre Savourette, 1677..jpg

6.1. La trasfigurazione della Quintessenza (Ercole), tav. 15 di Isaac Baulot, Mutus Liber, La Rochelle, Pierre Savourette, 1677.

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6.2. Chimera nell’atanor, in Aurora Consurgens, ms. sec. XV, Zürich Zentralbibliothek.

6.3. “Vocabolario” dei simboli alchemici, in Caspar Harttung vom Hoff, Das Vade mecum, ms. del 1557, Yale University Library.jpg

6.3. “Vocabolario” dei simboli alchemici, in Caspar Harttung vom Hoff, Das Vade mecum, ms. del 1557, Yale University Library

6.4. La strumentazione alchemica di Zosimo di Panopoli, dal Codex Parisinus 2327, ms. greco bizantino del sec. XV.jpg

6.4. La strumentazione alchemica di Zosimo di Panopoli, dal Codex Parisinus 2327, ms. greco bizantino del sec. XV

Ormai da tempo gli studiosi si sono dedicati, utilizzando diverse chiavi di lettura, alle suggestive illustrazioni che spesso accompagnano i testi di alchimia, manoscritti o a stampa. Queste immagini nel caso di alcune opere – si pensi solo al celebre Mutus Liber del 1677 (6.1) – svolgono addirittura la funzione principale, tanto che senza una loro corretta interpretazione non potrebbe comprendersi il senso profondo dell’esperienza alchemica. Testo e immagini compongono spesso un magmatico impasto di simboli e allegorie, nel riferimento continuo alla Sacra Scrittura, alle tradizioni filosofica, medico-farmacologica ed alchemica, soprattutto latina ed araba. Si ritrovano in alcuni casi forti implicazioni teologiche, connotazioni profetiche, morali e mistiche, e non è raro imbattersi in un parallelismo tra il cosiddetto lapis philosophorume il Cristo.

A uno sguardo d’insieme si offre un vero e proprio corpus iconographicum– in cui abbondano interessanti invenzioni iconiche – disseminato all’interno di un’ampia varietà di testi, di cui rendono precisa testimonianza antichi e autorevoli trattati che ospitano sovente interi cicli figurativi. Si può citare il suggestivo Libro della Santa Trinità (ca. 1410/1419), già sopra menzionato insieme al suo autore, il francescano Ulmannus, o la più celebre Aurora Consurgens (sec. XV, forzosamente attribuita nel Sei e Settecento a Tommaso d’Aquino)trattato complesso ed enigmatico, che spesso procede esibendo azzardate “metafore sperimentali” e coniugando riferimenti biblici – per lo più ai libri sapienziali – e detti alchemici (6.2). A questa prima tipologia iconica prevalentemente allegorica, spettacolare e immaginifica, basata spesso sull’utilizzo di figure astrali, mitologiche ed evangeliche, si sono molto interessati anche storici dell’arte e psicologi del profondo come Marie-Luise von Franz, discepola e collaboratrice di Jung.

Un secondo modello iconico, molto frequente nei testi alchemici, si fonda sull’uso di più o meno complicati schemi esplicativi, figure geometriche, lettere e segni crittografici vari. Molte di queste “cifre segrete” indicavano ad esempio, a coloro che ne intendevano il senso, i pianeti, i metalli, le loro proprietà e possibilità di combinazione (6.3). In alcuni casi, pur nel loro oscuro tecnicismo, questi disegni assumono fisionomie talmente articolate e complesse, da suscitare la stessa fascinazione estetica di cui godono le grandi rappresentazioni simboliche di cui sopra si è detto. In questa seconda tipologia a far da padrone è l’esigenza di trasferire, in un linguaggio accessibile ai soli cultori dell’arte, i segreti sia teorici sia pratici della cosiddetta filosofia naturale degli alchimisti e di conseguenza indicare dosi, pesi, quantità, ingredienti, tempi e modi di composizione. Talvolta vengono usati numeri e lettere disposti geometricamente, spesso inseriti in figure circolari rotanti ispirate al sistema di pensiero di Raimondo Lullo, in grado di assolvere anche funzioni mnemoniche.

Terza tipologia iconica, assai frequente, è infine quella che illustra l’ambiente del laboratorio e l’armamentario tecnico dell’alchimista. Affascinanti sono i disegni che riproducono in maniera più o meno dettagliata diverse specie di forni, alambicchi, fiale, ampolle, vasi, pinze, martelli, crogiuoli e strumenti vari per la distillazione. Spesso si tratta di illustrazioni molto particolareggiate, utili ad inquadrare con precisione l’oggetto e la sua funzione; in molti casi si trovano, disposte secondo necessità su alcune parti specifiche del disegno, indicazioni precise sulle forme e sulle misure da tener presenti nella costruzione di diversi tipi di forno (6.4).